È vero che questa straordinaria oliva, una delle cultivar da olio per eccellenza eppure così gustosa e tipica in tavola e come ingrediente in cucina da aver condizionato la gastronomia del suo territorio, deriva da altre varietà comuni in molte regioni, tuttavia ha trovato in Liguria, e soprattutto nella riviera ponentina, un microclima e dei terreni che le hanno donato una personalità unica.
Prima che le legioni romane conquistassero il ponente ligure le tribù rivierasche veneravano una divinità indigena chiamata bormanus. Adorato e temuto dio delle acque Bormanus, secondo la leggenda, risiedeva in una fitta e selvaggia foresta, forse un misterioso bosco sacro a lui dedicato (lucus). Bormanus rimanderebbe ad un nume delle fonti ed il nome fa supporre che nella zona sgorgassero delle calde acque termali.
Prendere un inverno dolce e un’estate secca e soleggiata, amalgamare con un autunno e una primavera piovosa quanto basta, aggiungere una manciata di passione, aggiustare con vocazione e carattere senza dimenticare di insaporire con un pizzico di creatività. Esaltare con un fresco e leggero vento di novità. Terre Bormane muove gli elementi in una perfetta regia: il grande nettare prende forma con la sua naturale discrezione, il suo raro equilibrio e la sua nobile semplicità.
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